Da Ieri l’altro il 14 febbraio non verrà più ricordato come il giorno della festa degli innamorati, almeno nel settore della moda, ma come il giorno in cui, in una delle sue prime mosse importanti da quando è diventato CEO di Louis Vuitton, Pietro Beccari ha nominato Pharrell Williams come direttore creativo della linea maschile del più grande brand di lusso del mondo che si muove per consolidare la sua posizione di marchio “culturale”.
La nomina è effettiva immediatamente e Pharrell Williams presenterà la sua prima collezione per Louis Vuitton durante la settimana della moda maschile di Parigi a giugno.
“Sono lieto di dare il bentornato a casa a Pharrell, dopo le nostre collaborazioni nel 2004 e nel 2008 per Louis Vuitton, come nostro nuovo direttore creativo uomo. La sua visione creativa oltre la moda porterà senza dubbio Louis Vuitton verso un nuovo e molto eccitante capitolo”
Pietro Beccari, CEO di Louis Vuitton
La posizione, come immagino ricorderete, era rimasta vacante dalla morte prematura del suo predecessore, Virgil Abloh, nel novembre 2021. Da allora è iniziato il gioco della sedia che piace tanto agli osservatori del sistema che avevano ipotizzato che Vuitton avrebbe potuto assumere degli emergenti come Martine Rose, Grace Wales Bonner e Samuel Ross.
Ora, nonostante l’assenza di un direttore creativo, Louis Vuitton ha continuato a mettere in scena spettacoli maschili di alto profilo con esibizioni live di artisti come Tyler, the Creator, Kendrick Lamar e Rosalía, sottolineando la sua strategia di creare esperienze di intrattenimento a 360 gradi per un pubblico mondiale.
A gennaio, fu scelto Colm Dillane, fondatore di KidSuper, come guest designer per l’autunno 2023, facendo ipotizzare che gli sarebbe stato offerto il posto a tempo pieno. Ma questa possibilità è naufragata dalla partenza di Michael Burke dopo 10 anni alla guida di Louis Vuitton e l’arrivo di Beccari da Dior.
Con il suo curriculum poliedrico, possiamo dire che Pharrell Williams abbia un profilo simile ad Abloh, che si destreggiava tra i suoi doveri alla Vuitton con la sua etichetta, Off-White, oltre a lavori secondari come DJ, artista, designer industriale di mobili, gioielli.
Virgil Abloh che ci piaccia o meno è ampiamente accreditato per aver ridefinito il ruolo di direttore creativo in qualcosa di più vicino a un curatore, piuttosto che semplicemente a un designer di vestiti, e il suo incarico in Vuitton ha coinciso con la diversificazione del marchio in aree prima sconosciute.
Williams, le cui attività si estendono a cinema e televisione, festival musicali e organizzazioni no profit, dovrebbe spendere almeno un terzo del suo tempo in Vuitton, fermo restando che sarà la sua impresa più difficile e che sinceramente non funzionerà come ci si aspetta (ma di questo ne parleremo a tempo debito)
Virgil Abloh aveva già parlato di Pharrell Williams
In un’intervista al New York Times nel 2020, Abloh dichiarò di essere stato profondamente influenzato da Williams nei primi anni 2000.
“Il prototipo all’epoca era quello di essere un delinquente o un atleta o un rapper. E poi è arrivato Pharrell con un brio diverso come produttore, artista, creatore di gusti, individuo. Quella sorta di specchio mi ha sollevato: era un nuovo prototipo e arrivava con un nuovo suono. Gran parte della libertà che mostro nel mio lavoro la devo a lui.”,
Virgil Abloh
Dato che i due erano amici, Williams dovrebbe essere un custode dell’eredità di Abloh da Vuitton, oltre a portare il suo sapore come icona di stile internazionale nota per il suo approccio avventuroso e gender-fluid alla moda, con una predilezione per i colori vivaci e gioielli.
Guardando a Williams si può dire con certezza che sia una potente forza creativa che ha fondato diversi brand di abbigliamento tra cui Billionaire Boys Club e Icecream, le etichette di streetwear che ha lanciato con il designer giapponese Nigo, che ora è il direttore creativo di Kenzo, che come Vuitton è di proprietà di LVMH.
Cosa ha fatto Pharrell Williams prima di arrivare da Louis Vuitton?
Nel 2004, il cantante di “Happy” ha firmato una linea di occhiali per Vuitton, seguita da una collezione di gioielli per la casa nel 2008, quando Beccari era dirigente del marchio. È li che i due hanno iniziato a discutere della prospettiva che Williams assumesse il ruolo di menswear, riuscendo a mantenere i colloqui nascosti fino quasi all’ultimo momento.
In un altro legame di lusso, Williams ha abbandonato una collaborazione di sneaker con Chanel nel 2017 che ha generato una lista d’attesa di 120.000 persone per 500 paia. A ciò è seguita una collezione di abbigliamento unisex nel 2019, “disegnata” con il defunto direttore creativo del marchio Karl Lagerfeld.
Ha anche lanciato una serie di sneaker di successo, a partire da una collaborazione con Nike nel 2004, seguita da design di scarpe per marchi come Reebok e Timberland. Nel 2014, ha stretto una partnership a lungo termine con Adidas, contribuendo ad alimentare la sua gamma NMD con una serie di modelli NMD Human Race (Hu) molto ambiti, tanto che anche Prada le copiò (ed è risaputo che è Prada ad essere copiata)
Il suo contratto come ambassador per Chanel è scaduto mentre l’affare Adidas continuerà, hanno detto fonti molto vicine al brand tedesco e allo stesso Pharrell Williams.
L’anno scorso, Williams ha rivelato che stava collaborando con Tiffany & Co., e da allora si vede regolarmente indossare gli occhiali da sole a mandorla tempestati di diamanti che ha disegnato per il brand di gioielli, che guarda caso è stato comprato da LVMH pochi mesi fa.
Martedì, in un post su Instagram, il vicepresidente esecutivo di Tiffany per il prodotto e comunicazione Alexandre Arnault ha confermato che i gioielli disegnati con Williams sono in produzione.
Oltre a segnare successi globali come “Blurred Lines” e “Get Lucky”, Williams è un prolifico produttore e cantautore che ha lavorato con artisti tra cui Beyoncé, Jay-Z, Rihanna, Kanye West, Calvin Harris, Madonna e Ariana Grande, per citarne solo alcuni.
Vincitore di 13 Grammy Awards, è stato anche nominato per due Academy Awards: nel 2014 per la migliore canzone originale per “Happy” e nel 2017 per il miglior film, come produttore di “Hidden Figures”.
In commenti recenti, il presidente e amministratore delegato di LVMH Bernard Arnault ha sottolineato il ruolo di Vuitton come connettore culturale. “Vendiamo molto di più della moda”, ha detto nel gennaio 2022, citando l’esempio della sfilata di Louis Vuitton che svela l’ultima collezione disegnata da Abloh, morto all’età di 41 anni per una rara forma di cancro.
Lo spettacolo presentava una colonna sonora composta da Tyler, the Creator, suonata da un’orchestra diretta da Gustavo Dudamel, il direttore musicale dell’Opera di Parigi, e la coreografia di Yoann Bourgeois.
“È stata una performance, e questo è lo spirito di Louis Vuitton poiché è molto più di un marchio di moda. È un marchio culturale con un pubblico globale”.
Bernard Arnault
Nel 2022, le vendite del marchio hanno superato per la prima volta i 20 miliardi di euro, ha dichiarato il mese scorso il magnate del lusso, mentre LVMH ha riportato un altro anno di risultati record, con ricavi di gruppo di oltre 79 miliardi di euro.
Williams ha solide credenziali ambientali, essendo stato direttore creativo di Bionic Yarn, un’azienda che produce tessuti, polimeri e altri materiali dalla plastica e altri rifiuti riciclabili recuperati dall’oceano.
Louis Vuitton ha stabilito un elenco di obiettivi ambientali che intende raggiungere entro il 2025, incluso un terzo delle sue categorie di prodotti: pelletteria, piccola pelletteria, valigie, scarpe e profumi che implementerà un processo di progettazione ecocompatibile che includa una valutazione del ciclo di vita.
Allo stesso tempo ha anche una serie di obiettivi climatici per il 2030, inclusa una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra. Giuro è tutto scritto sul loro sito
Pharrell Williams ha anche un punto d’appoggio nel segmento del benessere in rapida crescita attraverso il suo marchio Humanrace, lanciato nel 2021, che mira anche a utilizzare imballaggi più sostenibili, comprese le bottiglie ricaricabili.
Sono sincero: amo Pharrell Williams come musicista, mi ha sempre affascinato il suo essere cool senza volerlo, sono consapevole che è anche grazie a lui che oggi gli uomini desiderino le borse forse più delle donne ma come successo con Abloh non sono favorevole alla scelta di Williams come designer del brand più conosciuto e lussuoso del mondo.
Credo fortemente che il supporto per i giovani ed emergenti designer sia fondamentale adesso più di ieri, perchè sono loro i nuovi fornitori del lusso e perchè sono loro che meritano il successo e non posso fare a meno di chiedermi seriamente cosa succederà ai designer talentosi?
Quelli che lavorano giorno e notte, 7 giorni su 7, in minuscoli monolocali convertiti in laboratori con l’assistenza di poche persone o il più delle volte da soli. Quelli che cercano di sopportare così tante difficoltà e circostanze estreme finché un giorno saranno riconosciuti e premiati con una posizione migliore.
Oggi il talento purtroppo non è più l’unica priorità. I social mostrano anche che studenti, laureati, giovani designer, designer anche affermati siano costantemente sfiduciati da un sistema che non offre più vere possibilità, o se lo fa, lo fa al minimo – per molti che hanno lottato per sopravvivere perché il loro innegabile talento li ha fatti andare avanti. Per ognuno di voi là fuori, io sono con voi.